Il finocchio selvatico, Foeniculum vulgare, è una pianta erbacea, della famiglia delle Apiaceae, che nasce spontaneamente soprattutto nelle regioni mediterranee e lungo le coste.
Etimologicamente il nome deriva da foenum = fieno, per la sottigliezza delle foglie e per il suo intenso odore aromatico, e forse anche perché un tempo veniva impiegato come foraggio. Vulgare sta a significare che la pianta è abbastanza diffusa (vulgare = comune), per distinguerla da altre specie affini più rare.
E’ una pianta perenne oltre che spontanea, dal fusto ramificato, alta fino a 2 m. Possiede foglie che ricordano il fieno (da cui il nome foeniculum), di colore verde e produce in estate ombrelle di piccoli fiori gialli. Seguono i frutti (acheni), prima verdi e poi grigiastri.
Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamente chiamati “semi”). I “semi” di finocchio o di finocchietto vengono raccolti preferibilmente a fine estate/autunno.
Una curiosità: mangiando del finocchio crudo si altera la sensibilità
delle papille gustative e da ciò deriva il termine “infinocchiare”; infatti, in passato, gli osti disonesti usavano servire agli avventori un piatto di quest’ortaggio prima di propinare loro i vini più scadenti.
Ingredienti: semi di finocchietto da agricoltura biologica certificato ICEA.
Scadenza: il prodotto viene fornito con una vita residua di 12/15 mesi.
Confezione: Il prezzo è riferito al sacchetto da 25 grammi
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